Gli Asburgo e la rinascita di Aquileia

La fondazione della città di Aquileia risale al 181 a.C. ad opera dei Romani che la eressero a barriera nei confronti dei Galli. Divenne una ricca città che ampliò notevolmente i propri confini prima di cadere vittima della leggendaria epidemia di peste del 165. Aquileia si risollevò e tornò a brillare nel 300, quando l'Imperatore Massimiano la scelse per costruirvi i suoi palazzi imperiali, quindi nel III secolo, quando divenne sede episcopale.
L'antica città che legò il suo nome al Patriarcato fra i più potenti del Medioevo venne quindi invasa nel 568 dai Longobardi, i quali si stanziarono nell'entroterra, mentre i Romano-Bizantini restarono sul litorale.
Nel Quattrocento Aquileia venne occupata dai Veneziani per poi passare tra i possedimenti del Sacro Romano Impero nel 1509 e tornare sotto la Repubblica di Venezia, prima d'essere concessa agli Asburgo. Così, venne incorporata nella Contea di Gorizia, a seguito della guerra tra l’imperatore Massimiliano I e Venezia. Seguirono rapporti complessi tra i due Stati, il papato e lo stesso patriarcato, che peraltro esercitava la propria giurisdizione ecclesiastica sia in territori veneti che in regioni soggette all’impero.
Gli Asburgo però lasciano un segno importante ad Aquileia: si muovono per infonderle una rinascita sia dal punto di vista economico, che dal punto di vista archeologico. Ed ecco infatti che già sotto Carlo VI nel XVII secolo, le opere e i reperti presenti ad Aquileia iniziarono ad essere censite e collezionate.
Aquileia con la presenza degli Asburgo, è destinata a diventare un sito archeologico importante e a riprendersi il suo antico splendore. La sovrana Maria Teresa d’Austria, che regnò dal 1740 al 1780, diede vita a un'imponente opera di bonifica delle paludi attorno ad Aquileia sino ai margini della laguna di Grado, inoltre emise delle leggi per regolamentare gli scavi del sito archeologico iniziando così a salvaguardare l’immenso patrimonio.
Dopo varie vicissitudini, nel 1850 l’allora ministro al Commercio Karl Von Bruck alla corte asburgica, comprese l’importanza di creare una Commissione per la scoperta e il recupero degli edifici, trovando nel barone Von Czoernig, statista e storico austriaco che si era trasferito a Gorizia, un valido collaboratore. Da quel momento Aquileia ha una svolta, venendo valorizzata su riviste, su libri, su bollettini: insomma il mondo comincia a riscoprire l’esistenza di questa città che era stata così importante per l’impero romano e per la chiesa.
L‘attività di scavo e salvaguardia dei reperti archeologici porta alla fondazione del Museo archeologico che viene aperto nel 1883. Ma è l’apertura nel 1910 della linea ferroviaria Cervignano - Belvedere, che permette ad Aquileia di inserirsi in un circuito che la rende visitata non solo da studiosi ma anche da visitatori interessati alla sua storia e bellezza unica e ricchissima.
Aquileia rimase un possedimento dell'Impero Asburgico fino alla Prima Guerra Mondiale, unendosi al resto d'Italia soltanto nel 1918. 


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