Gioacchino Murat

Gioacchino Murat (Labastide-Fortunière, oggi Labastide-Murat, 1767 - Pizzo di Calabria 1815), ufficiale dell'esercito francese nel 1791 entra nella guardia costituzionale di Luigi XVI, dalla quale però esce ben presto, su posizioni decisamente rivoluzionarie. Generale di brigata nel maggio 1796, nella campagna d'Italia si distingue in molti dei più importanti combattimenti (1796-97) e in Egitto ha una parte di primo piano alle Piramidi, a Gaza, a S. Giovanni d'Acri, ad Abukir. Contribuisce efficacemente al colpo di stato del 18 brumaio e rafforza il legame con Napoleone sposandone la sorella Carolina (1800), che esercita su di lui una grande influenza. Nel 1808 diviene, per concessione di Napoleone, re di Napoli. Occupa Capri (1808), reprime il brigantaggio, tenta, invano, di sbarcare in Sicilia (1810).

Dopo la tragica ritirata nella campagna di Russia (1812) si affretta a tornare a Napoli e a stringere negoziati segreti con l'Austria e l'Inghilterra, pur senza rompere con Napoleone che segue ancora a Dresda e a Lipsia. Le prime decisioni a lui contrarie del Congresso di Vienna, la minaccia incombente della perdita del regno, la diffidenza degli alleati lo spingono a riprendere contro di loro le armi, prima ancora dello sbarco dell'imperatore dall'Elba. Dopo aver tentato invano di raccogliere intorno a sé gli Italiani, è sconfitto dagli Austriaci a Tolentino. Illudendosi sull'aiuto che gli avrebbe fornito la popolazione, tenta ancora dalla Corsica, dove si è rifugiato, la conquista del Regno: sbarcato con pochi compagni a Pizzo di Calabria nell'ottobre 1815, è catturato dai borbonici e fucilato.


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