Le sorelle di Napoleone e l'Italia
Le sorelle di Napoleone, Elisa, Paolina e Carolina, ebbero tutte e tre un destino italiano: la prima, sposata nel 1797 con Felice Baciocchi, fu elevata dal fratello al rango di principessa di Piombino e di Lucca (nel 1805) e poi di Granduchessa di Toscana, rappresentante dell’Imperatore in Italia (1809). Paolina, vedova del generale Leclerc nel 1802, sposò nel 1803 un principe romano, Camillo Borghese e visse con lui tra Parigi e Roma, divenendo nelle due capitali un’icona della bellezza del Primo Impero francese. Carolina, la più giovane, sposò nel 1800 un fedele di Napoleone, il generale Gioacchino Murat e ne condivise la brillante carriera prima nel Ducato di Berg e di Clèves e poi in Italia, dove salì con lui sul trono di Napoli e regnò tra il 1808 e il 1815.
Elisa, Paolina e Carolina, una bellissima, le altre due energiche e intelligenti, ebbero personalità diverse. Il loro destino fu comunque dominato dalla volontà del fratello maggiore, che fondò il suo potere e l’organizzazione del suo Impero sulla famiglia. I successi di Elisa, Paolina e Carolina si fanno eco di quelli di Napoleone, in un’Europa posta, per un breve lasso di tempo, sotto il suo dominio.
Come tutti i Bonaparte, le tre sorelle di Napoleone amarono il fasto, le belle residenze, il mecenatismo. A Parigi e nelle altre città in cui stabilirono la loro dimora, lasciarono un’impronta del loro passaggio con la creazione di decorazioni pittoriche e ornamentali, di mobilio, di sculture, di oggetti preziosi. La granduchessa di Toscana e la regina di Napoli incoraggiarono inoltre la produzione delle manifatture statali e stimolarono la creazione teatrale e musicale, incrementando anche le arti della moda e le arti decorative e conducendo in Italia una politica di conquista pacifica, la conquista per mezzo della cultura e delle idee. Esse contribuirono in tal senso ad unificare il territorio di quell’Europa francese che fu tanto auspicata dall’Imperatore Napoleone I.
ELISA
La maggiore delle tre sorelle, Elisa (Ajaccio, 1777-Trieste, 1820) non fu soltanto la Granduchessa di Toscana ben nota agli specialisti italiani e francesi del periodo imperiale. Fu anche una donna, con la sua sensibilità, le sue ambizioni, i suoi appetiti, che per certi aspetti anticipano quelli di una donna di oggi, capace di imporre le sue scelte e le sue idee e di salire in prima linea, vivendo la propria indipendenza. Donna di potere, fu apprezzata dagli uni, temuta e criticata dagli altri. Il ritratto di Elisa che ci hanno lasciato i contemporanei, artisti e scrittori, è per certi aspetti controverso.
Sposata nel 1797 con Felice Baciocchi, originario della Corsica e ufficiale dell’armata francese, Elisa visse a Parigi in un primo tempo nella rue Verte, vicino all’attuale Faubourg Saint-Honoré, e poi nell’antico hôtel de Maurepas, al n° 7 della rue de la Chaise, nel faubourg Saint-Germain. Il suo salotto accoglieva allora le personalità di spicco della Parigi del tempo. Molti aspetti della riconciliazione tra la società dell’Antico Regime e il nuovo mondo imposto dalla Rivoluzione francese si concretizzarono nel suo salotto. Elisa era allora vicina a Louis de Fontanes, direttore del Mercure de France e del proprio fratello, Luciano Bonaparte, che fu ministro degli Interni del Consolato, nel 1800, ed ebbe poi le cariche politiche di tribuno e di senatore. Insieme, fratello e sorella collaborarono a progetti politici e culturali quali la riconciliazione tra la Francia e la Chiesa o la ristrutturazione dell’Institut de France. Gli anni parigini di Elisa preparano la maturazione della sua personalità, che si affermò pienamente dopo la sua salita sul trono di Toscana, nel lungo capitolo italiano della sua vita. Dopo la caduta dell’Impero, Elisa rimase con la famiglia in Italia e si spense a Villa Vicentina, nel 1820. Sua figlia Napoleona Elisa, divenuta più tardi contessa Camerata, continuò a rappresentare brillantemente la famiglia, tra Italia e Francia, fino al Secondo Impero.
PAOLINA
La seconda sorella di Napoleone, Paolina (Ajaccio,1780-Firenze,1825) divenne un simbolo della bellezza del suo tempo. Non solo ebbe un grande fascino, ma fu inoltre raffigurata dal massimo scultore vivente, Antonio Canova, in un’opera emblematica, la Paolina Borghese come Venere vincitrice conservata oggi nella Galleria Borghese di Roma, che le assicurò una fama duratura. Paolina fu una donna elegante, sempre vestita all’ultima moda (Napoleone la soprannominò «Notre-Dame des colifichets» - Nostra Signora degli orpelli -), amò i gioielli e le parures, come le belle dimore, che dotò di un mobilio raffinato senza badare alle spese (a Parigi, l’hôtel de Charost, divenuto oggi ambasciata d’Inghilterra; a Roma, la Villa Paolina, o Villa Bonaparte, oggi ambasciata di Francia presso la Santa Sede). Come tutte le dame eleganti del suo tempo, Paolina aveva appreso l’arte della danza e si distinse per la sua grazia nei grandi balli della Parigi imperiale. Infedele per natura (il secondo marito, Camillo Borghese, finirà col chiedere la separazione dalla moglie), fece prova di una vera e propria devozione nei riguardi del fratello Napoleone, che la considerava come la sua sorella preferita e che la nominò duchessa di Guastalla. Nel 1808, inoltre, Napoleone nominò Camillo Borghese governatore generale dei dipartimenti oltralpini e la coppia effettuò allora soggiorni ufficiali a Torino.
CAROLINA
L’ultima sorella di Napoleone, Carolina (Ajaccio,1782-Firenze,1839) ricevette un’educazione raffinata nel famoso pensionato di Madame Campan a Saint-Germain-en-Laye. Sposata a diciott’anni con Gioacchino Murat, fu associata sin dall’inizio alla brillante carriera del generale. La coppia abitò in un primo tempo a Parigi in dimore prestigiose: all’hôtel Thélusson della rue Cerutti e nel palazzo dell’Eliseo (attuale sede della presidenza della Repubblica francese). Dispose anche di residenze in campagna, come la dimora di Villiers-la-Garenne e il castello di Neuilly. Nel 1806, Gioacchino e Carolina Murat divennero Granduchi di Berg e di Clèves e stabilirono la loro residenza a Düsseldorf, capitale del ducato. Nel 1808 salirono sul trono di Napoli, dove rimasero fino al 1815. Il regno dei coniugi Murat lasciò una profonda impronta nella storia e nella cultura della capitale partenopea, che fu trasformata dallo stile e dalle mode del Primo Impero francese. In assenza del marito, spesso chiamato a partecipare alle spedizioni della Grande Armée, Carolina assumeva la reggenza del paese, mostrandosi all’altezza del compito. Carolina diede quattro figli a Gioacchino Murat, due maschi e due femmine. Le due figlie, Letizia e Louise, sposarono entrambe due Italiani e rimasero in Italia: la prima divenne contessa Pepoli e abitò a Bologna. Sotto il Secondo Impero, effettuò lunghi soggiorni a Parigi alla corte del cugino Napoleone III. La seconda, Louise, divenne contessa Rasponi e abitò con il marito nel palazzo di famiglia a Ravenna.
Maria Teresa Caracciolo
Vita di Elisa Bonaparte (84 kB)