Girolamo Bonaparte
Nato ad Ajaccio il 15 novembre 1784, è il fratello minore di Napoleone, figlio di Carlo Maria Bonaparte e Maria Letizia Ramolino.
Uscito dal collegio di Jully entra in Marina e più volte si reca in Sudamerica e a New York dove sposa Elisabetta Patterson, matrimonio annullato nel 1805 a Parigi nonostante fosse già nato il figlio Girolamo Napoleone. Nel 1807 sposa Caterina di Württemberg, figlia del re Federico I e il fratello lo nomina re di Vestfalia. Segue il fratello nella Campagna di Russia, e durante i Cento giorni combatte a Waterloo.
La caduta definitiva del fratello, costringe Girolamo ad allontanarsi dalla Francia e a rientrare alla corte del suocero. Nel giugno 1816, poco prima di morire, il suocero lo nomina principe di Montfort. Il mese successivo si trasferisce a Vienna con la famiglia per incontrare la sorella Carolina, vedova di Gioacchino Murat.
Da allora risiede alternativamente a Vienna e a Trieste. Tuttavia il ministro Metternich non tollera la presenza di un Bonaparte in una città marittima dell'impero austriaco e, il 26 marzo 1823, Girolamo è costretto ad abbandonare Trieste: dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità pontificie, prosegue il suo esilio a Roma dove lo attendono la madre ed altri membri della famiglia imperiale.
Deceduta la moglie Caterina nel 1835, sposa in segreto nel 1840 la nobildonna italiana Giustina Pecori-Suárez, vedova del marchese Luigi Bartolini-Baldelli, con il solo rito religioso. Solo nel 1853 il matrimonio viene reso pubblico e celebrato a Parigi con cerimonia civile.
GIROLAMO A TRIESTE
Alla caduta dell’Imperatore, Girolamo si trova in Francia dove si è rifugiato dopo la battaglia di Lipsia. Cacciato dal trono di Vestfalia, creato per lui a Tilsitt il 18 agosto 1807, raggiunge Compiègne e poi Parigi, con la regina Caterina. Entrambi vi rimangono fino al 29 marzo 1814, giorno della loro partenza per Blois con l’imperatrice Maria Luisa e il Re di Roma. Il 5 aprile, istigata dal marito, Caterina scriveva allo zar Alessandro “invocando i legami di parentela che li univano (era sua cugina, ndr) e l’interesse che le aveva dimostrato a Erfurt”.
Disarcionato dalla caduta di Napoleone, Girolamo tenta di rimettersi in sella come genero di Federico di Württemberg. Mentre i suoi fratelli e le sue sorelle sono degli usurpatori, lui non è forse un re legittimo? Non è questo il parere del sovrano che regna a Stoccarda, che rifiuta di riceverlo e invita la figlia a chiedere il divorzio. Conosciamo la sdegnata risposta della regina Caterina, che implicitamente conferma la severissima condanna nei confronti di Maria Luisa: “Sposata al re senza conoscerlo, mi sono affezionata a lui, oggi porto in grembo suo figlio, mi ha resa felice in questi sette anni con i suoi comportamenti amorevoli e dolci, ma anche se fosse stato per me il peggiore dei mariti e mi avesse resa infelice, io non lo abbandonerei nella disgrazia, e non meriterei né la vostra né la sua stima se mi comportassi così”.
Scartata l’ospitalità württemburghese ed essendo troppo lontana la Russia, la coppia reale ottiene finalmente dall’Austria il permesso di stabilirsi in Stiria. Il 16 giugno si stabilisce a Eggenberg, dove il 28 viene ricevuta da Elisa Baciocchi. Avendo saputo che l’Austria ha sequestrato i suoi beni a Lucca e Piombino, la granduchessa di Toscana è a Vienna con un passaporto rilasciatole con nome di contessa di Compignano ma, avendole Francesco I proibito l’ingresso nella capitale, non trova di meglio che andare a cercare suo marito. Girolamo, che si annoia, l’accompagna col proposito di arrivare in Italia.
Fratello e sorella arrivano a Trieste nella notte tra il 6 e il 7 agosto e si fermano alla Locanda Grande. Il mattino seguente Girolamo, in uniforme da generale, fa una passeggiata sulle Rive completamente circondato dalla folla, poiché si è sparsa la voce del suo arrivo. Nel corso della giornata riceve la visita di Joseph Labrosse e della sua famiglia e poi si reca nel suo magazzino per effettuarvi alcuni acquisti di merci inglesi. La sera è a teatro, accompagnato dal direttore di polizia Cattanei, e l’8, alle cinque della sera, prende la via della penisola.
Ma ecco che all’alba del giorno seguente, quando i viaggiatori si trovano sulla strada per Udine, a quattro ore da Palmanova, la granduchessa di Toscana ha le prime doglie. “Figurarsi l’imbarazzo di mio marito”, scrive Caterina nel suo diario l’11 agosto, quando riceve la notizia. Finalmente, come per incanto appare un castello: il re si decide, si fa annunciare, viene ricevuto benissimo ed eccolo installato lì. Il castello è quello di Passariano. Girolamo non riprende il viaggio interrotto perché nel frattempo Metternich gli ha notificato il rifiuto di lasciarlo continuare verso l’Italia. Il 15 agosto il re senza trono è di ritorno alla Locanda Grande. Il 20 lo raggiunge qui Caterina. L’esilio triestino dei Napoleonidi è iniziato.