I Palazzi

PALAZZO ANTONINI-BELGRADO Il palazzo si trova in Piazza Patriarcato ed è una della varie residenze costruite in città dalla famiglia Antonini. Edificato alla fine del seicento, passò poi alla famiglia Belgrado e dal 1891 è sede della Provincia di Udine. Nell’atrio e al primo piano si trovano dei pregevoli affreschi di Giulio Quaglio, che iniziò a lavorare nel palazzo a partire dal 1697. Una sala adiacente al grande salone ha le pareti dipinte con un grande velario con delle api dorate, detta “sala dell’arazzo”, in ricordo del breve soggiorno che vi fece Napoleone I nel 1807. Le api erano uno dei simboli dell’impero napoleonico. Nell’agosto 1797 il palazzo divenne la residenza del marchese Marzio Mastrilli de Gallo, plenipotenziario dell’imperatore asburgico durante le trattative per la Pace di Campoformio.  Vari incontri ufficiali tra le delegazioni francese ed asburgica si tennero nell’edificio, così come feste e banchetti. E’ rimasta famosa la grande festa da ballo tenuta nel palazzo nell’ottobre del 1797 per celebrare la conclusione della pace, alla quale parteciparono il generale Bonaparte e  sua moglie Josephine. Nel novembre 1807 Napoleone, divenuto Imperatore dei francesi e Re d’Italia, venne in visita in Friuli che aveva unito al suo regno alla fine del 1805 e per due notti dormì del palazzo, ospite dei conti Antonini, e in quella occasione dove si tennero nuovamente feste e ricevimenti ufficiali.  Una lapide scolpita nel marmo posta sulla facciata ricorda oggi il soggiorno di Napoleone.

PALAZZO FLORIO Il palazzo, fatto costruire dai Conti Florio a partire dal 1763 sotto, la direzione di Luca Andrioli, nel 1982 è destinato a sede del rettorato dell'Università degli Studi di Udine. Nel 1986 è stato sottoposto a lavori di restauro e consolidamento antisismico su progetto di Gino Valle. A fine settembre 1797 il palazzo divenne la residenza udinese del conte Johann Ludwig von Cobenzl, inviato da Vienna come capo della delegazione asburgica per concludere le trattative di pace con i francesi. Nel salone della biblioteca del palazzo si tennero da allora gli incontri che portarono alla definizione del Trattato di pace di Campoformio. Fu in questo palazzo che avvenne il famoso episodio raccontato da Napoleone Bonaparte nel memoriale di Sant’Elena nel corso del quale egli avrebbe gettato a terra un prezioso vassoio, che era stato donato da Caterina II al conte Cobenzl, dicendo : “Distruggerò la vostra  monarchia come distruggo questa porcellana”. Poi Bonaparte usci precipitosamente dal palazzo mentre il marchese de Gallo tentava in tutti i modi di trattenerlo, tirandolo persino per una  manica. Questi episodi, la rottura del vassoio e la precipitosa uscita, sono stati raffigurati in molte incisioni ottocentesche. Nel salone della biblioteca è ancora presente Il mobilio originale che vi si trovava a quell’epoca.

CASTELLO L’antico castello di Udine in cima al colle che domina la città fu distrutto da un terremoto nel 1511 e da un successivo incendio. L’attuale grande fabbricato, un palazzo sede del Luogotenente veneziano che governava il Friuli al tempo della Serenissima, fu edificato ex novo a partire del 1517 su progetto e sotto la direzione di Giovanni Fontana. I lavori procedettero a rilento e nel  1547 fu dato l’incarico a Giovanni da Udine di dirigere e portare a termine le opere di costruzione, e a lui si deve lo scalone sul piazzale, e nel 1566 fu finalmente terminato anche il salone d’onore, dall’immenso soffitto dipinto. All’arrivo dei francesi nel 1797 il Luogotenente fu costretto ad allontanarsi e da allora l’edificio del castello fu adibito a caserma e ad usi militari. Nelle prigioni sotterranee del castello furono rinchiusi gli insorgenti che si erano ribellati alle truppe francesi nel 1797 e in seguito, al tempo del Regno d’Italia di Napoleone, anche i briganti che furono poi ghigliottinati in Piazza Primo Maggio.  Napoleone e gli ufficiali si stanza a Udine salirono regolarmente al castello, che è il miglior punto centrale di osservazione della pianura friulana, dalle Alpi sin quasi al mare.  In epoca asburgica fu sede amministrativa e fortezza, e fu dopo l’unione all’Italia che vennero smantellate le fortificazioni di questo periodo. Il castello nel 1899 fu ceduto dallo Stato al Comune di Udine, e sin dal 1906 è sede museale, oggi con la denominazione di Civici musei e gallerie di storia e arte, tra i quali vi è il Museo del Risorgimento che espone vari ricordi dell’epoca napoleonica. 

PALAZZO ARCIVESCOVILE La costruzione originale del palazzo risale al Cinquecento, quando i Patriarchi di Aquileia decisero di spostarsi dal Castello di Udine e trasferirsi in un'altra dimora cittadina. L'edificio subì poi modifiche durante la prima metà del Settecento, ad opera di Domenico Rossi, incaricato dal Patriarca Dionisio Delfino, e fu affrescato dal giovane Giambattista Tiepolo. Gli affreschi del celebre pittore sono oggi la principale attrazione dell’edificio. Tuttora residenza dell’arcivescovo di Udine, l’edificio ospita dal 1995 il Museo Diocesano e le Gallerie del Tiepolo.  Nel 1797 all’arrivo dei francesi in città l’arcivescovo fuggi a Corno di Rosazzo e il palazzo venne requisito dai militari  come sede del loro quartier generale e per l’alloggio dei loro ufficiali di passaggio. Napoleone e Giuseppina dormirono assieme nel palazzo dopo la grande festa data nel vicino a Palazzo Antonini a seguito della firma del Trattato di Campoformio. Le stanze che costituivano all’epoca l’appartamento dell’arcivescovo, rimaneggiato nell’ottocento, esistono ancora anche se non sono più utilizzate come abitazione del prelato.  

PALAZZO CAISELLI Il Palazzo si affaccia sulla Piazza San Cristoforo. I conti Caiselli, alla metà del XVII secolo, acquistarono alcuni edifici nella zona con l'intento di ristrutturarli unirli per realizzare un unico grande palazzo. Nel 1658 iniziarono i primi lavori di trasformazione, ma quasi un secolo e mezzo dovette passare prima che il palazzo raggiungesse progressivamente il suo aspetto attuale. Fu infatti solo nei primissimi anni dell’ottocento che fu completato con la realizzazione della grande facciata neoclassica progettata dall'architetto francese Jean Gabriel Le Terrier de Manetot, un nobile emigrato francese fuggito dalla Rivoluzione nei territori della Serenissima dopo aver combattuto nelle armate realiste. I Caiselli, colti mecenati, gli affidarono la realizzazione del fabbricato principale della loro residenza, prospiciente alla piazza. Jean Gabriel Le Terrier de Manetot, che oggi è ricordato in una lapide nel cortile del palazzo. Il de Manetot divenne in seguito il capo di un'insurrezione antinapoleonica in Istria, in alcuni testi è citato come “Il Napoleone istriano”, e venne fucilato dai Francesi a Trieste nel 1809. Degradatosi nel corso del ‘900 il palazzo è divenuto proprietà dell’Università degli Studi di Udine ed è stato oggetto di un radicale restauro tra il 2001 ed il 2004 e dal 2008 è sede del Dipartimento di Storia e Tutela dei Beni Culturali.

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