III occupazione francese

19 maggio 1809 - 2 novembre 1813

Il 1808 termina con un’atmosfera tesissima e il 30 gennaio 1809 la sfuriata di Napoleone sembra la campana che annuncia la catastrofe. Ricevendo alle Tuileries, di ritorno dalla Spagna, il corpo diplomatico, si rivolge all’ambasciatore austriaco Metternich. Dopo aver ricordato che il suo console a Trieste è stato “pesantemente insultato” e aver dichiarato che “l’insulto era inescusabile”, l’imperatore grida: “Dite che non volete la guerra, che la temete, ma ce la fate. Sono stato a Trieste e quando l’ho conquistata le ho imposto un contributo di sei milioni… Avrei potuto esigerne immediatamente sessanta. Non l’ho fatto. Se mai vi rientrassi, dovrei dunque bruciare la città”.

Il dado è tratto? Non ancora, ma lo sarà presto. “Se l’Austria vuole la guerra l’avrà”, scrive il principe Eugenio il 21 febbraio, e il 4 aprile Napoleone invita il figliastro a minacciare Trieste con tutti i mezzi a sua disposizione. Il 9 aprile si consuma la rottura. Il 10 maggio, dal quartiere generale di Sankt Polten, l’imperatore scrive al viceré d’Italia: “Se Trieste cade in nostro potere, imponetele cinquanta milioni di contribuzione e fate arrestare quaranta nobili cittadini per garanzia dle pagamento. Fate anche mettere sotto sequestro tutte le navi finché la detta contribuzione non sarà soddisfatta. Ciò eseguirete a stretto rigor di lettera perché troppe volte perdonai questa città…”.

Intanto, dopo la disfatta di Austerliz, l'Austria tenta nuovamente di contrastare il dilagante potere napoleonico in Europa. Nel 1809 la cosidetta Quinta Coalizione viene formata da Austria ed Inghilterra contro l'Impero francese.

Il 17 maggio 1809 l'esercito francese, al comando del generale di brigata Schilt entra a Trieste e requisisce naviglio e mercanzia inglese in porto.

Timorosa dell’avvenire, Trieste preferisce non snobbare i nuovi arrivati. La sera stessa notabili e funzionari austriaci offrono al barone Schilt e al suo stato mggiore una cena per ventisei alla “Locanda Grande”, cena che lo storico Giovanni Quarantotti definisce graziosamente “propiziatrice”.

Tante e così attente premure non bastano a stornare i colpi della sorte. L’ostilità dell’imperatore non si è placata. L’abbiamo sentito inveire contro Metternich e forse non ha dimenticato l’articolo del “Mercure” del 1807 che il nome di Trieste gli evoca.

Il 25 maggio la città è ufficialmente dichiarata sotto il governo francese.Ecco in che termini annuncia la sua nuova conquista: “Trieste, la città nella quale i francesi e gli italiani hanno subito tanti oltraggi, è stata occupata”. Avvertimento seguito, il 27 maggio, dall’arrivo del commissario in capo dell’Armée d’Italie Charles-Amédéè Joubert che, nominato intendente generale delle Finanze per Trieste e l’Istria, notifica al presidente del Municipio, Ignazio de Capuano, le decisioni dell’imperatore e di Eugenio de Beauharnais.

La città si è vista imporre un tributo di cinquanta milioni e subito ha l’ingrato compito di assicurarne l’esazione.

Conformemente all’ordine dato da Napoleone al Viceré, l’11 giugno sono presi quaranta ostaggi, scelti fra i patrizi e i commercianti. Il 12 giugno alle quattro del mattino, gli ostaggi sono trasferiti nella fortezza di Palmanova, ottengono la libertà solo due mesi dopo. Al posto della somma pretesa in un primo tempo ci si accontenta della quarta parte, cioè dodici milioni e mezzo, ai quali, a dire il vero, si aggiungono requisizioni di ogni genere che cessano solo con l’annessione.

Il 6 luglio una milizia composta da volontari e da contadini cercano di liberare la città con l'appoggio di una cannoniera inglese ma purtroppo senza altro esito che una cinquantina tra morti e feriti. Questa è anche la giornata della battaglia di Wagram ed alla città viene imposta un'altra taglia di due milioni e mezzo di franchi.

Non per questo i rapporti tra la municipalità e l’occupante sono meno cortesi. Il 15 agosto il mondo ufficiale festeggia il compleanno di Napoleone con gran pompa, ma anche con più sincerità che gli elementi francofili. Un inno dovuto alla consueta verve di un rimatore istriano, il conte Girolamo Agapito, celebrò Napoleone e il suo figliastro.

In un attimo di euforia”, scrive Giovanni Quarantotti, i conquistatori si illudono di vedere un nuovo avvenire economico aprirsi per Trieste, senza rendersi conto che “la futura prosperità del grande porto rivale di Venezia non era più possibile a causa dell’occupazione francese e del Blocco continentale”.

L’annessione alla Francia porta infatti alle estreme conseguenze la depressione, poiché il commercio perde la speranza di vedere il porto nuovamente ricollegato al suo hinterland. Si succedono fallimenti, molti si rifugiano in territorio austriaco, i giovani – spesso travestiti da donna – fuggono per sottrarsi alla leva obbligatoria.

Il giorno di Ognissanti, nei dintorni della città, vengono fucilati nove insorti istriani, tra i quali c’era colui che era soprannominato “Fra Diavolo” e altri non è che l’emigrato francese Le Terrier de Monetot.

Il 14 ottobre 1809 il trattato di Schönbrunn sancisce la cessione alla Francia di tutti i territori adriatici, compresa Trieste. Il Trattato è il più duro mai imposto all'Austria. Metternich e l'arciduca Carlo puntano ed ottengono a preservare l'impero asburgico, loro principale obiettivo. Mentre la più parte dei territori ereditari degli Asburgo rimane integra, la Francia ottiene la Carinzia, la Carniola ed i porti adriatici, mentre la Galizia viene ceduta alla Polonia e il salisburghese viene annesso alla Baviera.

Undici Provincie Illiriche vengono istituite sotto il governo del Maresciallo Auguste Frédéric Louis Viesse de Marmont, primo duca di Ragusa.

Con decreto datato 14 luglio 1810 Marmont riorganizza il sistema scolastico in primario (elementari) e secondario (ginnasi e licei). Ogni paese deve avere una scuola elementare, ogni comune un ginnasio ed ogni provincia un liceo. Trieste avrà quattro scuole elementari, un Ginnasio ed un Liceo.

Il 24 novembre 1810 il Porto Franco di Trieste viene abolito, e sostituito da un Deposito Reale. Le fortune di Napoleone sono tuttavia al tramonto. ll 24 giugno 1812 attraversa il fiume russo Neman con 500.000 soldati per ritornare indietro il 10 dicembre con meno di 37.000.

Nell'agosto 1813 l'Austria, assieme alla Sesta Coalizione, dichiara nuovamente guerra alla Francia. Le truppe austriache, comandate dal generale Franz Tomassich invadono le Provincie Illiriche. Le truppe croate arruolate nell'esercito francese cambiano bandiera. Zara si arrende alle forze austriache dopo 34 giorni di assedio il 6 dicembre 1813. A Ragusa una insurrezione espelle i francesi, sostituiti da una amministrazione ragusea provvisoria, nella speranza di una restaurazione della Repubblica. Viene poi occupata dalle truppe austriache il 20 settembre 1813.

Il 2 novembre 1813 Trieste, dopo un'accanita resistenza delle truppe francesi asserragliate nel Castello di San Giusto contro l'esercito austriaco supportato da un pesante bombardamento da parte della flotta inglese, si arrende e si ricongiunge all'Impero austriaco.

Le tracce di quel bombardamento sono ancora visibili su alcuni edifici della città.

 

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