Villa Necker
Il progetto dell’architetto francese Champion per Villa Necker viene realizzato da Giacomo Marchini in anni vicini al 1790. La facciata, riquadrata da lesene senza capitello e da cornici piane, innalza l’alto timpano che colora l’insieme; un leggiadro portichetto semicircolare a colonne tuscaniche regge un terrazzino limitato da una elegante balaustra. I mascheroncini grotteschi richiamano il barocco, su una semplicità quasi palladiana dell’insieme che preannuncia il neoclassico.
Come la non lontana e scomparsa villa di Campo Marzio o Murat, opera dello stesso architetto, fa scintillare per pochi anni il pallido splendore delle corti dei napoleonidi in esilio. Dal 1820 al 1827 l'attuale Villa Necker è proprietà di Girolamo Bonaparte, fratello di Napoleone, già re di Westfalia, principe di Monfort. Qui nascono i figli Matilde e Napoleone Giuseppe Carlo (detto Girolamo), futuro sposo di Clotilde di Savoia. All'esterno del muro di cinta è presente la targa che così lo ricorda:
IN QUESTA DIMORA
NACQUE
ADDI' IX SETTEMBRE MDCCCXXII
IL PRINCIPE NAPOLEONE
DEL NOSTRO RISORGIMENTO
E DEI DESTINI DI QUESTA TERRA
COSTANTE GENEROSO FAVTORE
IL COMITATO PER LA VENEZIA GIULIA E LA DALMAZIA
DELLA SOCIETà NAZIONALE PER LA STORIA
DEL RISORGIMENTO ITALIANO
XVII MARZO MCMXXVII
I Bonaparte trasformano la facciata con l’inserimento dell’orologio nel timpano centrale con una piccola nicchia in origine destinata ad una campana, sistemano delle aquile napoleoniche che decorano i camini della sala maggiore e riducono la villa di estensione a causa dell’apertura nel 1814 della strada lungo il lato destro. La moglie di Girolamo, principessa Caterina, fa costruire pergole con vista su tutto il golfo, una cappella, un teatro e arredi sontuosi, togliendo quelli di gusto asiatico di Cassis Faraone, oltre alle statue gigantesche e le piante esotiche.
Nel 1827 l’edificio passa in proprietà al ginevrino Alfonso Teodoro Carlo Francesco de Necker, titolare di una ditta di cambio e console di Svizzera a Trieste. Da questa data la villa assume il nome di “Villa Necker” e il parco viene radicalmente trasformato dal botanico Giuseppe Ruchinger di Monaco.
È in questa villa che si concentrano i ricordi di Girolamo Bonaparte dopo il suo ritorno a Trieste nel 1819 con l’appellativo di Principe di Montfort datogli dal re del Württemberg. L'ha acquistata il 17 gennaio 1820 e ci ha vissuto per sette anni.
In questa casa le vicende napoleoniche acquistano il sapore della comune vita domestica piuttosto che l’ansia dei tumulti politici, che aveva accompagnato il soggiorno di Girolamo nella Casa Romano di Via della Sanità. È qui che nascono due dei suoi figli. Prima a nascere è nel 1821 Matilde, che ha per nutrice la triestina Giovanna Tedeschi. Segue l’anno dopo Napoleone Girolamo, che si distingue nelle campagne del Risorgimento italiano e che ha a padrino battesimale il triestino Sante Romano.
La scelta della villa ha entusiasmato la principessa Caterina, perché vi trova un riflesso panoramico dei dintorni partenopei per la vista sull’ampiezza del golfo e per la rigogliosità dei pergolati di viti, e ancora per il sole e per l’atmosfera.
La villa, ribattezzata nel 1924, col nome del Principe Napoleone a ricordo del figlio di Girolamo ivi nato, si chiama Anonima finché è proprietà di Strohlendorf, e tale nome è passato anche alla via che congiunge la palazzina al Passeggio di Sant'Andrea e che ora porta il nome dell’architetto Domenico Corti, che ha fabbricato le quattro case che hanno il portone su questa via. La villa assume poi il nome di Cassis, quindi di Montfort e successivamente di Necker, rimasto nell’uso anche dopo che gli eredi di Teodoro Necker la vendono nel 1854 al Governo austriaco, che vi installa il Comando di Marina, sostituito poi dall’Italia col Comando del Corpo d’Armata, e poi con quello di Divisione.