Carlotta del Belgio
Marie Charlotte Amelie Augustine Victoire Clémentine Léopoldine de Saxe-Coburg-Gotha, conosciuta con il nome di Carlotta, nasce Principessa del Belgio nel 1840. Nelle sue vene scorre sangue blu del colore più intenso: unica figlia femmina di Leopoldo I, Re dei Belgi (1790-1865) e di Luisa d’Orléans (1812-1850), Carlotta era cugina della Regina Vittoria d’Inghilterra e di suo marito il Principe Alberto, nonché del re Ferdinando II del Portogallo. Come se questo non bastasse, la sua nonna preferita Maria Amalia di Napoli e Sicilia, Regina dei Francesi era la moglie di re Luigi Filippo di Francia e nipote di Maria Antonietta.
A 16 anni conobbe Ferdinando Massimiliano D’Asburgo Lorena e già dal primo incontro lui fu il preferito del suo cuore tra i vari importanti pretendenti che la volevano come sposa. L’anno successivo il sogno si concretizza e Carlotta sposa il suo Max (come dolcemente era chiamato in famiglia) acquisendo il titolo di Arciduchessa d’Austria. Segue il marito in Italia, prima a Milano quando viene nominato viceré dell’impero e quando da quell’incarico viene congedato a Trieste nel Castello di Miramare che Massimiliano fa costruire per loro due. Sono questi anni spensierati: Massimiliano e Carlotta, che si erano sposati per vero amore e non per disegni politici, vivono la loro romantica storia e trascorrono un’esistenza serena facendo passeggiate in riva al mare o nel parco del castello, ascoltando della musica, interessandosi di cultura e di pittura. Carlotta stessa fu una interessante artista: si dilettava nel dipingere vedute, molte delle quali visibili tutt’oggi nelle sale del Castello di Miramare.
Ma col passare del tempo Carlotta, figlia e nipote di re, si stancò di quella pace domestica che cominciava sapere di esilio. Avrebbe voluto una corona, in un’epoca in cui le corone si potevano anche inventare e, come a esaudire i suoi desideri, la monotonia di Miramare venne interrotta dall’offerta a Massimiliano di un trono in Messico, dove, a mezzo secolo dall’indipendenza dalla Spagna, si viveva un periodo di disordine politico. Massimiliano accettò e con Carlotta lasciò Trieste alla volta del suo nuovo regno: dopo un viaggio durato un mese e mezzo, il 28 maggio 1864 i nuovi sovrani arrivarono in Messico. Al loro arrivo però trovarono una situazione politica tutt’altro che favorevole alla monarchia. Vedendo la situazione messicana Carlotta era rientrata in Europa per cercare appoggi politici al regime del marito, recandosi a Parigi, a Vienna e a Roma dal Papa e proprio al cospetto di Pio IX ci furono i primi segni evidenti del suo squilibrio mentale. E così mentre per Carlotta iniziava il calvario della malattia, Massimiliano venne arrestato dalle truppe repubblicane messicane e fucilato nel 1876. Carlotta non resse la notizia della morte del marito e dopo l’iniziale depressione le venne diagnosticata l’infermità mentale. Per un periodo visse al Castelletto del Castello di Miramare, forse rinchiusa per proteggerla dalla sua stessa malattia. Ma poco dopo, ormai devastata dalla follia, fu ricondotta in Belgio per volontà della cognata Maria Enrichetta d’Asburgo-Lorena nel castello di Bouchout, nei pressi di Bruxelles, dove visse fino alla morte che la sorprese nel gennaio del 1927.
Oggi, è proprio il Castello di Miramare la testimonianza più forte della storia di Massimiliano e Carlotta dove ogni stanza, ogni parete, ogni suppellettile racconta i sogni dei due giovani innamorati, ma anche il loro triste destino.