Villa Vicentina - Louis Pasteur
Quando le proprietà di Villa Vicentina passano in mano del principe imperiale Napoleone III, la coltivazione dei bachi da seta subisce un fermo.
È proprio il periodo in cui Pasteur realizza ad Alès quegli esperimenti di selezione dei semi ai quali la coltivazione del baco da seta avrebbe dato nuova prosperità. Il maresciallo Vaillant, ministro della guerra e suo collega all’Institut de France, ha particolarmente apprezzato il valore dei suoi lavori ed ha l’idea di affidargli una missione in Austria perché possa proseguirli.
“Non sarebbe giusto – scrive – che il signor Pasteur trovasse la calma, il riposo e la salute – così arduamente compromessa dalla sua devozione per il Paese – in luoghi che saranno i primi ad approfittare delle sue belle scoperte e che onoreranno il suo nome nel giro di poco tempo?”.
Non del tutto ristabilitosi dall’attacco che stava per portarselo via il 19 ottobre, a 46 anni, Pasteur accetta la missione che gli consente un tranquillo soggiorno e arriva a Villa Vicentina il 25 novembre 1869, dove rimane fino al 5 luglio 1870.
Due specie di lavoro riempiono le sue giornate: l’allevamento dei bachi da seta e la stesura dell’opera nella quale intende esporre le sue ricerche.
La permanenza sarà stata così fruttuosa per la zona che la signora Vallery-Radot (la figlia di Pasteur, ndr), la quale, a suo tempo, aveva accompagnato il padre a Villa Vicentina, tornandovi nel 1909 si sentì dire dal figlio dell’ex giardiniere: “Il 1870, l’anno che venne qui Pasteur, si chiama nel nostro paese e anche al di fuori, l’anno d’oro’”.
Il 19 aprile 1931 la Società Adriatica di Scienze Naturali pone un'epigrafe sulla Villa per ricordare l'opera dello scienziato.