Niccolò Paganini
Nel 1816 Niccolò Paganini, di passaggio a Trieste nel viaggio verso Vienna, si esibisce al Teatro Nuovo dall’1 al 5 settembre e si ferma in città dal 30 agosto al 15 ottobre (come racconta lo storico statunitense De Courcy nella sua monografia “Paganini, the Genoese”). Racconta Giuseppe Radole che molto probabilmente il compositore in quell’occasione ha fatto visita a Elisa Baciocchi a Villa Murat a Campo Marzio. I due si erano conosciuti e frequentati nel periodo in cui a Lucca, Paganini era aggregato alla Cappella dei Musici della Corte di Elisa (1805-1812).
Anche l’Osservatore Triestino del 16 settembre 1816 tesse le lodi del musicista e del grande successo di pubblico mentre in molti, fra i primi il Boccardi, raccontano della tresca esistente tra i due che risale al 1805. È stato proprio Boccardi a mettere nero su bianco dettagli e particolari dei furtivi incontri tra gli amanti in quell’autunno triestino, proprio a Villa Murat dove, secondo il romanziere, Paganini avrebbe tenuto anche dei concerti.
Tuttavia (come scrive Bruno Tonazzi nel suo “Paganini a Trieste”), essendo il musicista diretto a Vienna, è molto improbabile che i due si siano incontrati in quanto il maestro temeva il controllo della polizia austriaca che sorvegliava la famiglia Napoleone. “...a Trieste Elisa aveva già soggiornato brevemente nel '14, cioè nell'anno in cui vi aveva preso dimora stabile suo fratello Girolamo, ex re di Westfalia, con la consorte Caterina...” “...ma nel '15 l'ex re riusciva a fuggire da Trieste, eludendo la rigorosa sorveglianza della polizia asburgica. Il direttore della polizia locale, Carlo de Cattanei, sul quale ricadevano le responsabilità dell'accaduto, fu perciò costretto ad inasprire le misure di sorveglianza nei confronti dei Bonaparte. È in questo teso clima politico che Elisa iniziò la sua permanenza a Trieste nel 1816...”.
La versione di Silvio Rutteri però è diversa. Parlando degli artisti passati da Villa Murat, infatti, afferma: “Il mondo artistico vi era passato col musicista napoletano Carlo Coccia, che dal Paisiello aveva tratto gli ammaestramenti raccolti nelle sue opere date con successo vivissimo al nostro Teatro; e ancora col famoso Giovanni Battista Velluti e con la pianista triestina Elisa Braig, che Carolina volle con sé nelle sue peregrinazioni nell’Austria e in Italia, e con la graziosa Tropeani e con la suonatrice di pianoforte Loehley. Ma quelle sale furono animate anche dal trillo celebre di Nicolò Paganini, che nel 1816 aveva mandato in visibilio il pubblico del Teatro Nuovo e che della Corte lucchese di Elisa era stato direttore come primo violino. Anzi da quel soggiorno di Lucca si data il suggerimento di suonare su una corda sola”.