I Parchi

PIAZZA PRIMO MAGGIO - Ai piedi del castello di Udine, dal lato opposto di Piazza della Libertà, si trova l’ampia piazza alberata oggi denominata Piazza Primo Maggio. Il terreno della piazza è concavo e più basso rispetto alle vie circostanti e una leggenda narra che l’incavo sia stato scavato dai soldati di Attila che con gli elmi ne asportarono la terra per innalzare la sommità del colle del castello in modo da permettere ad Attila di osservare l’incendio di Aquileia nella pianura verso il mare. In epoca veneziana la piazza era occupata anche da un laghetto e veniva chiamata Piazza del Giardino o Zàrdìn Grant. Era alberata ed attraversata da alcuni percorsi ed adibita a sede di mercati e passeggiate, ma comunque umida e malsana. Nel 1797 vi si accamparono i Francesi. Durante la prima occupazione asburgica del Friuli, tra il 1798 e il 1805, fu progettato un nuovo assetto della piazza che ne prevedeva la bonifica e un’ampia area verde circolare alberata, circondata da un anello percorribile dalle carrozze oltre il quale vi era un giardino di forma triangolare verso nord. Il progetto venne completamente realizzato durante il successivo Regno d’Italia di Napoleone. Fu in quest’epoca che nella piazza venne eretta la ghigliottina con la quale furono decapitati i capi di una banda di briganti che aveva compiuto rapine ed aggressioni nei dintorni di Udine. Recentemente soggetta a sistemazioni viarie, ancora oggi si presenta quasi immutata rispetto alla progettazione dell’epoca napoleonica ed è luogo di sosta all’ombra degli alberi oltre che sito per lo svolgimento delle fiere.  Vi si trova inoltre un moderno parcheggio sotterraneo e il giardino triangolare a nord è stato intitolato al deputato Loris Fortuna. 

GIARDINO RICASOLI - In Piazza Patriarcato, di fronte a Palazzo Antonini e al Palazzo Arcivescovile (i due palazzi che ospitarono Napoleone Bonaparte nel 1797 e 1807) si trova il Giardino Ricasoli, costruito su un terrapieno che faceva probabilmente parte dell’antico castelliere che difendeva il primo nucleo urbano di Udine. L’attuale giardino fu delineato nella seconda metà dell’Ottocento e lungo i suoi vialetti vi sono vari busti e statue di personaggi risorgimentali. Vi è inoltre la statua in marmo di Atena, che originariamente era destinata e far parte di un gruppo di quattro statue che dovevano essere collocate ad ulteriore ornamento del  monumento alla Pace di Campoformio. Solo quella di Atena fu realizzata perché l’opera non fu ritenuta di qualità adeguata per essere collocata nelle sede originariamente prevista e venne quindi portata nel giardino ove ancora oggi si trova. 

VIALE VENEZIA - L’odierno Viale Venezia di Udine, che simile ai boulevard parigini si presenta caratterizzato da un’ampia carreggiate centrale separata da file di alberi dalle due ulteriori vie di scorrimento laterali, venne realizzato in epoca napoleonica con il nome di Via Eugenia, in onere di Eugenio Beauharnais, viceré del Regno d’Italia di Napoleone I. Napoleone aveva approvato il progetto di una grande via di comunicazione che avrebbe dovuto congiungere Parigi, Milano e Vienna attraversando il Nord Italia. La caduta dell’Impero napoleonico impedì la completa realizzazione di questo progetto ma l’ultimo tratto effettivamente compiuto di questa grande arteria fu proprio quello che da Pordenone arrivava a Udine, entrando in quest’ultima città all’ombra degli alberi della Via Eugenia/Viale Venezia. Il viale che oggi attraversa la città (un tempo l’aperta campagna) ha ancora complessivamente mantenuto il suo assetto originario. Il viale terminava con un ampio piazzale circolare di fronte al fossato e all’antica Porta Poscolle attraverso la quale si entrava in città.  Il piazzale circolare è ancora esistente: è l’odierno Piazzale 26 luglio mentre l’antica porta è stata abbattuta.

PARCO DI VILLA MANIN - La villa dei Manin, che fu a lungo residenza del generale Bonaparte  e del suo quartier generale nel 1797, è completata da un ampio parco, delineato a partire dai primi anni del Settecento, quando fu realizzato su modello dei grandi parchi francesi quali quello di Versailles. Considerato come il “giardino delle delizie” della famiglia Manin, il parco era suddiviso in vari settori e passeggiando lungo i vialetti si potevano incontrare arene, anfiteatri, modelli di fortezze, labirinti e fontane. Ne parlarono descrivendolo nelle loro memorie sia Carlo Goldoni, che fu ospite dei Manin, sia il generale Desaix che lo visitò durante il soggiorno di Napoleone. Tre collinette con statue di soggetto allegorico-mitologico chiudono ancora oggi verso nord la prospettiva del parco che si poteva ammirare dalle finestre della villa, contornata dalla cerchia della Alpi. Durante le trattative per le conferenze che portarono alla firma del Trattato di Campoformio, Josephine, la moglie del generale Bonaparte, intrattenne spesso diplomatici e visitatori passeggiando con loro nel verde parco. Nel corso dell’Ottocento il disegno originale fu radicalmente modificato da interventi di Giannantonio Selva e soprattutto di Pietro Quaglia che delineò stradine e macchie d’alberi che raffiguravano nel verde la forma dello stivale d’Italia. Questi e successivi interventi successivi lo hanno trasformato nel giardino paesaggistico all’inglese, con un ampio prato centrale contornato da vialetti che oggi si possono percorrere alla scoperta dei laghetti, delle macchie d’alberi e dei manufatti artistici che lo caratterizzano.Oggi il parco è gestito dall’Agenzia Regionale delle Foreste che ne consente la fruizione seguendo i viali dai nomi delle essenze o delle particolarità architettoniche che vi sono presenti:  si possono ammirare molte particolari specie botaniche, sia esotiche che locali, oltre alla fauna di numerose specie di piccole dimensioni che lo popola. 

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