Il nonno di Paul Valéry

Giulio Costantino Grassi, avo materno di Paul Valery, nasce a Genova nel 1793 ma dopo la chiamata alle armi si trasferisce a Trieste per diventare liquidatore patentato e regolatore di avarie nella città delle Assicurazioni generali (1831), della Riunione Adriatica di Sicurtà e del Lloyd Austriaco (1833).

Trieste è all'epoca il luogo dove hanno trovato rifugio illustri rappresentanti dell'età napoleonica. A Trieste si trova allora anche l'ammiraglio Francesco Bandiera, padre di Attilio ed Emilio, intimo della famiglia Grassi al punto da diventare padrino di Marianna Francesca Alessandrina (detta Fanny). È probabile che la frequentazione affettiva e la vicinanza emotiva al dramma della famiglia Bandiera, nel frattempo ritornata a Venezia, abbia inciso notevolmente nella costruzione di un'identità italiana nel Grassi e nelle sue figlie. Proprio costoro (Laura, Vittoria, Paolina e, appunto, Fanny, comprese tra un'età di 15 e 23 anni) si rendono protagoniste di un celebre episodio, inalberando il tricolore, il 16 febbraio 1848, nel corso di una recita per beneficenza messa in scena al Gran Teatro dalla amatoriale Società filarmonica drammatica. Dopo l'invito della polizia a non dar seguito al proposito, sfoggiano una coccarda gialla con i colori di Pio IX.

I rapporti parentali del Grassi danno luogo ad altre fortune, incardinate ancora attorno a Fanny, la figlioccia dell'ammiraglio Bandiera. Delle tre figlie rimastegli, solo Fanny ha seguito il padre, rimasto vedovo proprio a Sète. Qui la ragazza si lega a uno dei personaggi più in vista del luogo, il controllore generale delle dogane Barthélemy Valéry, corso di Bastia. Il matrimonio di Fanny (27 novembre 1861) porta due nipoti al vecchio diplomatico: Jules (1863-1938), noto giurista e docente all'Università di Montpellier, e il celebre poeta Paul (1871-1945).

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