Parco Farneto

Parco Farneto, il cui nome deriva da farnus, una specie di quercia, è il più esteso polmone verde della città con 915.400 mq. di superficie, che sovrasta il rione di San Giovanni e che si estende da San Luigi a Melara fino al Rio Farneto che scorre nella valle di Longera.  Il Boschetto è sempre stato pubblico e, dal 1533 in poi, intervennero i sovrani austriaci che lo mantennero e lo fecero recintare per impedirne le devastazioni. Maria Teresa d'Austria, intorno al 1750, nominò un cacciatore guardaboschi per il quale fece costruire due case, una a metà collina e l'altra sulla sommità, da cui deriva il toponimo il Cacciatore per quella zona della città. Nel 1785 il Boschetto possedeva ben 32.984 querce che proteggevano la città dal vento di bora e rendevano l'aria particolarmente salubre. Nonostante le guerre, le gite domenicali al Boschetto divennero una consuetudine dei triestini, soprattutto dopo l'apertura nel 1808 della passeggiata del viale XX Settembre. L’Imperatore Ferdinando I, in occasione di una sua venuta a Trieste nel settembre 1844, fece dono del Farneto alla Città a condizione che in perpetuo rimanesse aperto ad uso pubblico.
Nel 1858 venne eretto l'edificio del Ferdinandeo (in onore del monarca su disegno dell’architetto Hitzig di Berlino), allora come albergo con ristorante, caffetteria e sala da ballo. Tuttavia, durante la seconda guerra mondiale il parco venne distrutto in gran parte dalla popolazione in cerca di legna da ardere, ed è stato riaperto al pubblico nel 2000 dopo la ristrutturazione ed il recupero dei sentieri storici che sono stati in parte lastricati e lungo i quali sono state create delle aree di sosta. E’ in questo parco che si svolgevano le lunghe passeggiate di Joseph Fouché nel corso del suo esilio triestino e fu sempre questo parco a ispirare lo scrittore Nodier per i suoi romanzi ambientati in città.

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