Colloredo di Montalbano

E’ nel trecentesco Castello di Colloredo di Monte Albano che Ippolito Nievo scrive Confessioni di un italiano, il suo capolavoro. Nievo è infatti nipote della contessa friulana Ippolita di Colloredo, discendente dai conti di Colloredo Mels titolari del feudo di Monte Albano - a mezza strada tra Tricesimo e San Daniele - che frequenta già nel corso della sua infanzia quando il padre Antonio viene trasferito da Soave nella Pretura di Udine. Nel 1855 Nievo, deluso dalla situazione politica italiana, passa lunghi periodi a Colloredo dove si dedica alla produzione letteraria del suo capolavoro prima di laurearsi e frequentare lo studio notarile assecondando la volontà dei genitori. Tra il 1857 e il 1858 Nievo ritorna a Colloredo e si dedica nuovamente al romanzo che sarà pubblicato postumo nel 1867 dall’editore Le Monnier col titolo Le confessioni di un ottuagenario.

Già nella novella Il Varmo, uscita sull’Annotatore Friulano dal marzo al maggio 1856, Nievo delinea l’idillio nell’infanzia, dell’amore fanciullesco che è il nucleo dei primi capitoli delle Confessioni. L’incontro “letterario” con Napoleone Bonaparte si sussegue nella narrazione del grande capolavoro che ripercorre le grandi vittorie del Generale, la propagazione degli ideali democratici francesi, il Trattato di Campoformido e la disfatta dell’Imperatore. 

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