Biblioteca Civica

Quella che oggi è la sede della Biblioteca Civica è un edificio costruito nel 1802 (arch. Giovanni Bubolini) per la famiglia de Mohrenfeld. Nel 1804 fu ceduto ad Antonio Biserini (di cui porta ancora oggi il nome) , parente di Cassis Faraone. Sin dal 1807 si pensò di aprirvi un’accademia di commercio e nautica, ma l’occupazione francese rinviò l’attuazione del progetto trasformando il palazzo nella sede dell’Intendenza napoleonica e vi si stabilirono i suoi titolari, Lucien Emile Arnault e il barone Angelo Calafati (1809-1813). Nel 1813, inoltre, venne abbattuto l’antico convento dei Frati minori per creare uno spazio urbano caratterizzato dal verde e da una zona d’acqua centrale. Nacque così Piazza Lutzen (per celebrare la vittoria di Napoleone sui russo-prussiani nel 1813), che divenne in seguito Piazza Lipsia (per ricordare la vittoria della coalizione contro Napoleone cinque mesi dopo). E’ a Palazzo Biserini che lo scrittore francese Jean Charles Emmanuel Nodier pubblicò il periodico Télégraphe Officiel des provinces illyriennes. Lasciata Trieste, Nodier la ricordò ambientandovi due dei suoi romanzi, Jean Sbogar del 1818 e Mademoiselle de Marsan del 1832. Interessante il fatto che alla Biblioteca Civica siano conservati stralci della corrispondenza di Napoleone Bonaparte e anche un piccolo trattato di morfologia latina manoscritto dal Delfino di Francia, figlio di Luigi XVI e di Maria Antonietta. 

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