Casa Duma

La Banca Commerciale Italiana, con sede nell’odierna Piazza della Repubblica, è stata costruita sull’area dell’ex casa Gadola poi Duma, poi ancora Antonopulo.

La casa è stata la residenza e la sede dell'attività commerciale di alcuni membri delle famiglie Fesch, Wessely e Schwachhofer durante tutto l'Ottocento. L’edificio, al numero 816 di Citta Nuova, è un palazzo neoclassico, edificato nel Settecento da un ricco mercante, Ignazio Gadola. Dopo di lui, sempre nel Settecento la casa viene acquistata da un altro ricco mercante, tal Duma (da cui il nome con il quale è nota). 

Nel 1790 vi abita Antonio Cassis Pharaon, detto il Creso Arabo. 

Girolamo Bonaparte, fratello di Napoleone ed ex Re di Westfalia, acquista la casa nel 1815 per ospitarvi i 54 membri del suo seguito. La rivende alla sorella Elisa, granduchessa di Toscana, nel 1818. Un'altra sorella di Napoleone, Carolina Murat, ex Regina di Napoli, abita qui alcuni mesi a cavallo degli anni 1824-1825 prima di stabilirsi nella splendida Villa Murat.

La casa viene quindi acquistata nel 1826 da Carlo Cristiano Schwachhofer, un ricco mercante giunto a Trieste dalla Germania nel 1798 assieme al banchiere francese Joseph Labrosse, Conte di Pontgibaud. Tre anni più tardi, nel 1829 la casa viene ristrutturata a cura di Antonio Buttazzoni che vi aggiunge un terzo piano con sette finestre ed una grande entrata contornata da quattro colonne doriche.

Allo stabilirsi a Trieste, Schwachhofer ed il suo socio Pontgibaud sono molto vicini al mercante Giuseppe Wessely, una personalità nel mondo commerciale triestino, uno dei sei deputati alla Borsa e, assieme agli Schwachhofer, uno dei sedici negozianti che nel 1821 trasportano le spoglie della contessa di Pontgibaud nel corteo funebre che attraversava la città.

Nel 1833, Giuseppe Wessely si trasferisce nella ristrutturata Casa Duma, assieme al suo nuovo socio, Gustav Adolf Fesch, per stabilire la ditta Wessely & Fesch, un commercio all'ingrosso di generi coloniali. Nello stesso anno la figlia primogenita di Giuseppe, Clarissa Wessely, sposa Gustav Adolf Fesch. Nove anni più tardi, nel 1842, Adolfo Schwachhofer sposa Marietta Guglielmina, l'ultima nata di Giuseppe Wessely.

L’edificio (arch. G. BOBOLINI, 1780, interventi dell’arch. A. BUTTAZZONi, 1828) è stato demolito negli anni 1905-1907 per far posto alla Banca Commerciale Triestina. 


Bibliografia

- Guida di Trieste - La città nella storia, nella cultura e nell’arte
Autore: Laura Ruaro Loseri - Edizione: Edizioni LINT Trieste - Anno: 1985 - Pagina: 230

Sitografia

- La famiglia Cassis Faraone
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